Chi non conosce il disegno che mostra la scimmia che un poco alla volta si alza e diventa uomo? Semplice, immediata, facile da riprodurre e da usare in mille modi (mettendoci alla fine Einstein, un uomo obeso o l’iPhone): provate a cercare “human evolution” su google e verrete bombardati dalle sue mille declinazioni.

Peccato che sia falsa. O, per lo meno, falsata da nostro modo di leggerla. Chiunque abbia mai parlato con un antropologo sa che chiedergli di quella immagine è il modo migliore per fargli venire l’orticaria.

In realtà, la sequenza potrebbe anche andare. Certo, la scala temporale non è rispettata. Certo, mancano molti elementi. Il problema, però, è che ciascun soggetto non discende in modo così banale dal precedente. Non è il suo più o meno lontano pronipote. Anche se fa parte della storia che ha condotto fino a noi.

E allora, come si fa a rendere facilmente comprensibile il fatto che le nostre origini non siano un fatto così semplice, che l’evoluzione della specie umana (e non solo la nostra) non abbia seguto una linea unica e rettilinea, ma sia stata il frutto di una serie di tentativi ed errori, dei quali conosciamo solo una piccola parte?

Questa animazione lo fa molto bene. E, in una manciata di secondi, non solo rimette le cose a posto, ma apre la mente a mille domande e curiosità.