Come si fa oggi la scienza? Che cosa significa lavorare in un laboratorio nell’epoca delle grandi collaborazioni internazionali che raccolgono centinaia e anche migliaia di ricercatori attorno a un unico obiettivo?
Secondo Carlo Bottani, nessuna Big Science potrà mai togliere al lavoro di scienziato la sua dimensione artigianale, quella che lo rende più simile a una bottega rinascimentale che a una grande industria fordista.
In questo video, il professor Carlo Bottani, autore del libro “Il mestiere della scienza” ci spiega perché.

 

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Il professor Carlo Enrico Bottani è un fisico che ha speso la sua vita tra insegnamento e ricerca e che però, mentre lavorava, non ha mai smesso di interrogare se stesso, i propri colleghi e il mondo intorno a sé su ciò che stava facendo.

E ci sono molte domande che frullano nella testa di chi fa scienza.

Per esempio, le ragioni di un lavoro che è così diverso da tutti gli altri e che, però, è pur sempre una professione come tutte: un professore o un ricercatore entrano ed escono da un luogo di lavoro, si guadagnano uno stipendio, hanno problemi banali, eppure si sentono anche parte di un mondo ben preciso, in qualche modo parallelo a quello che ruota loro intorno. O il problema della responsabilità che deriva dal fatto di occupare un ruolo strategico nella società: può darsi che l’importanza del lavoro di un ricercatore raramente venga colto, sopratutto se si parla di una singola persona, di una singola ricerca magari destinata a non raggiunger mai la fama dei grandi premi; eppure la scienza nel suo insieme ha un peso enorme sulle nostre vite, sui destini della società e dell’umanità. Quanto deve pesare una simile questione sulle spalle di ciascuno scienziato?

E poi, come si deve fare oggi la scienza, qual è il modo di affrontare ciò che si fa, da parte di chi ha già una lunga carriera alle spalle e da parte di chi oggi comincia a fare ricerca? O ancora, in che modo si possa o si debba raccontare la scienza e le diverse ragioni per farlo, dalla responsabilità sociale a quella politica.

Riuscire ad affrontare questi e molti altri temi, riuscire a farlo con stile lineare e preciso, fornendo alcune risposte ma senza la pretesa di dire tutto, e farcela in centotrenta pagine appena (prefazione e postfazione comprese) è davvero una bella impresa e così Il mestiere della scienza, pubblicato da Franco Angeli nella collana dedicata alla scienza da poco inaugurata è un libro prezioso. Contiene molte cose, compresa una dose di autobiografia dell’autore assolutamente necessaria. Leggerlo non serve per capire di colpo che posto occupino la scienza e gli scienziati nella nostra vita, e neppure per capire come funzioni oggi la ricerca. Non è un libro che sveli segreti o voglia imporre una certa visione del mondo. Leggerlo serve per capire, si potrebbe dire, l’avventura di un povero scienziato. È un po’ come  per affacciarsi in modo molto equilibrato sulla porta dei laboratori e delle università, trovando lì una persona disposta a spiegarci  che cosa vi succeda e pronta a cercare un modo, un linguaggio, per parlarne insieme.

Paolo Magliocco

Il mestiere della scienza, di Carlo Enrico Bottani, Franco Angeli, 130 pp, 17 euro