Lucio Rossi è il responsabile del progetto di potenziamento di Lhc, il grande acceleratore del Cern di Ginevra che ha scoperto, tra l’altro, il bosone di Higgs.

Rossi è un fisico, ma molto lontano dal fisico teorico che elucubra teorie. La sua passione è realizzare gli esperimenti che potranno provare una teoria. Una nuova teoria, dice, è un regalo che ci fanno per poter giocare ancora un poco.

Adesso è impegnato in un progetto che nel giro di dieci anni conta di rendere Lhc capace di vedere particelle elementari ancora sconosciute: quelle previste dalle teorie che circolano tra i fisici, o forse altre che nessuno ha immaginato ancora. Lo farà aumentatndo ancora la potenza dei magneti che tengono insieme i fasci i protoni che vengono fatti scontrare nell’acceleratore: più le particelle sono vicine tra loro, più è facile che avvengano scontri tra loro quando si incrociano. E più scontri significa avere più dati, più informazioni su cui lavorare. E fore nuove informazioni.

Ospite della trsmissione “Rimandati a settembre” di Radio Popolare, ha raccontato così a me e a Roberto Caselli il suo lavoro e la sua vita, la musica che ascolta. E ha svelato che cosa stanno cercando davvero gli scienziati dopo la scoperta del bosone di Higgs.

Ecco il podcast della puntata.

Paolo Magliocco